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giovedì 17 aprile 2014

Il "Giovedì", quando la fragilità diventa forza: da un terremoto in Himalaya al nostro caro Papa Francesco sui "sentieri" di Gesù

... la fragilità può renderci deboli, farci soccombere a volubili passioni, credere a chi promette effimeri benesseri, isolarci dagli altri e trincerarci ognuno nella propria (tragica) debolezza...

Cappella di Villa Il Poggio: prima di una "partenza"... 
Il racconto (ed il ricordo) dell'ultima cena è sempre commovente...
Gesù si è appena affidato ai suoi discepoli, ha aperto loro il suo cuore annunciando che uno di loro, quello che intinge il pane nel suo stesso piatto, lo consegnerà alle guardie.
Anziché insistere sul tradimento che sta per compiersi però, parla dell'alleanza che sta per costruire con noi... e offre il pane che ha appena benedetto, un'immagine di fragilità. Fragilità che trabocca amore e condivisione.
In occasione del Giovedì santo questa visione dovrebbe essere per tutti una suggestione di eccezionale intensità: la fragilità vista non come ferita, come debolezza della quale deve farsi carico il più forte, bensì come strumento di vita.
Fragile è anche ciò che si spezza facilmente... e l'immagine è proprio quella del pane di Vita che si "spezza e si dona". Nel pane -fragile - condiviso è racchiuso il segreto della Vita. Di ogni persona, di ogni famiglia, comunità e del mondo intero.
La fragilità diventa forza. La forza dell'amore che si fa debole per essere ricevuto. Forza dell'amore che si scinde per alimentare, dare vita ed essere condiviso in modo solidale.

In questo momento due immagini più di altre mi passano dalla mente al cuore. La sensazione del  pane, dei pasti condivisi e del tè nel deserto dei nostri amici Saharawi e quella proprio di una particolarissima Pasqua in Nepal, tra il Manaslù e gli Annapurna, verso il Pisang Peak: quando un "terremoto", scuotendo la terra come la mia anima, rese quell'esperienza una "tappa" fondamentale verso la forza della mia "fragilità"... 
NAMASTE'.


"Dal" pensiero di Jorge Mario Bergoglio,

buon Giovedì santo!
Marco




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