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venerdì 23 maggio 2014

Roma e San Pietro, Papa Francesco, San Kolbe e la bellezza: della testimonianza, della verità e del dono della vita per Amore

Il "campo base" dell'Assoluto ha avuto un nuovo fantastico momento la scorsa domenica, a Roma. Un momento che abbiamo avuto il piacere di condividere con delle Persone veramente speciali e che sicuramente hanno potuto assaporare al meglio le medesime sensazioni. 
Arrivare in Piazza San Pietro (come anche il velocissimo "ritorno"!), passeggiare nell'attesa tra un santino ed una cartolina postale, vivere direttamente da lì il primo incontro con l'enorme potenza della semplicità e del messaggio di Papa Francesco rischia di essere qualcosa che descrivere quasi non è possibile. Ma veramente...
Silvia e GiancarloSilvia (un'altra!) e Nicole, migliaia e migliaia di altre donne ed uomini, bambini, giovani e meno giovani, neri, gialli, bianchi, linguaggi, striscioni e colori: tutti lì, in uno splendore di cielo e di spazi, tra arti umane e divine ad alimentare poi, attraverso quella piccola figura bianca affacciata sul tutto, Speranza e Amore.






Noi "cinque" eravamo lì come conseguenza di un meeting a cui avevamo partecipato il giorno prima, sabato 17. Un incontro dove il "viaggio" era il protagonista assoluto, insieme a blogger e ... giornalisti. 
Mi è tornato in mente, proprio dal libro E' L'AMORE CHE APRE GLI OCCHI con lettere e discorsi  dal 1999 al 2007 dell'allora Vescovo argentino Jorge Mario Bergolgio (a cui in qualche modo è dedicata anche la pagina di questo link nel BLOG) , il capitolo dove parlando del buon samaritano, il futuro Papa Francesco ricordava la figura di San Massimiliano Maria Kolbe.

Mi sembra che sia una gran bella considerazione da riprendere per queste sorprendenti ore trascorse nella città eterna e non solo...

San Massimiliano Maria Kolbe, martire della carità, prigioniero n. 16670 ad Auschwitz, proclamato santo da (San) Giovanni Paolo II e venerato come patrono dei giornalisti proprio per l'uso che fece dei mezzi di comunicazione, seppe rendersi prossimo alle vittime nel campo di concentramento. E là, sebbene i carcerieri e i boia depredassero e infierissero senza sosta sui deportati, si avvicinò loro come fosse lo stesso Gesù, offrendo la sua vita per salvare quella di Francesco Gajowniczek, condannato a morte. Lui, modello per tutti i comunicatori, ci mostra come il modo più appropriato per trasmettere il Vangelo di i Gesù sia la bellezza della testimonianza, della verità e del dono della propria vita per amore.
Signore, ti preghiamo affinché ci renda "prossimi" come il buon samaritano del Vangelo, che non è altri che te, trasfigurato dalla bellezza dell'amore di Dio per noi; affinché il nostro animo si scuota e il nostro cuore si intenerisca di fronte ai nostri fratelli, e possiamo scoprire la bellezza del meraviglioso amore con il quale veniamo salvati, per comunicare il piacere di impegnarsi ad amare il prossimo secondo l'esempio di Massimiliano Kolbe.


Secondo me, anche un po' a rinsaldare percorsi comunque comuni, è di certo anche l'ideale "patrono" dei blogger!  Per Caso (o per Amore, come intendiamo noi!) o per piacere, per hobby, per passione e per qualunque altro motivo uno si metta a tentare di scrivere e testimoniare "qualcosa"...




martedì 13 maggio 2014

"Verso la Libertà": la storia di Marco Banchelli incontra il Popolo Saharawi (anno 1999)

Ecco il manifesto ufficiale di una traversata che avrebbe dovuto raggiungere i campi profughi di Tindouf "via terra". Per motivi di sicurezza che l'Algeria non poteva garantire, l'allora sindaco di Sesto Fiorentino, Andrea Barducci annullò quell'esperienza che in ogni caso ha segnato l'incrocio e l'inizio di percorsi comuni tra i percorsi di Marco Banchelli e del Popolo Saharawi.
Anche se dovranno passare dieci anni...