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lunedì 13 novembre 2017

Oltre Tengboche, verso l'Everest (aprile 1992)


Marco Banchelli
Bike-expedition verso il Campo Base dell'Everest:
bicicletta a spalla come il "soave" peso di una croce...

In occasione di una "visita guidata" alla mostra
DA MONTE MORELLO ALL'EVEREST

  

venerdì 3 novembre 2017

Voglia di "Famiglia" (da un post dell'8 settembre)

Vi avevo mai presentato la mia "prima famiglia" del NEPAL? Eccola! Anche se manca il maggiore Roshan, questa è la famiglia BANJADE, a Pokhara. L'immagine (grazie alla bicicletta violina "Moser") è dell'aprile 1993, ma Shivalal con Radika e i loro figli Robin e Roshe sono entrati nella mia vita da subito. 
Dal mio primo Nepal del 1985 quando giusto di questi tempi eravamo in partenza per il Campo Base Annapurna e proprio grazie al monsone intenso di quell'anno, ci fece ritardare l'inizio del trekking e conoscere ed iniziare a vivere con i ritmi di famiglia di quel piccolo Hotel di Nayabazar...
Su come poi in questi anni si sia sviluppato il nostro rapporto e soprattutto abbia condiviso il dannatamente troppo breve cammino con la piccola, dolcissima Roshe, magari proverò a ricordare un'altra volta...

domenica 13 agosto 2017

"In un filo di silenzio sonoro": il segreto di un Grande incontro

Il sussurro di una brezza leggera...
E dopo il libeccio, la sicurezza di poter ritrovare il "Tutto"...
IN UNA BREZZA LEGGERA

...
È una storia che «ci fa vedere come il Signore prepara» alla missione. Infatti Elia «con quella depressione è andato nel deserto per morire e si è coricato aspettando la morte. Ma il Signore lo chiama» e lo invita a mangiare un po’ di pane e a bere perché, gli dice, «tu devi ancora camminare tanto». E così Elia «mangia, beve, ma poi si corica un’altra volta per morire. E il Signore un’altra volta lo chiama: vai avanti, vai avanti!».

La questione è che Elia «non sapeva cosa fare, ma ha sentito che doveva salire sul monte per trovare Dio. È stato coraggioso ed è andato lì, con l’umiltà dell’obbedienza. Perché era obbediente». Pur in uno stato di sconforto e «con tanta paura», Elia «è salito sul monte per aspettare il messaggio di Dio, la rivelazione di Dio: pregava, perché era bravo, ma non sapeva cosa sarebbe successo. Non lo sapeva, era lì e aspettava il Signore».

Si legge nell’Antico testamento: «Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento». Elia, ha commentato il Papa, si «accorse che il Signore non era lì». Prosegue la Scrittura: «Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto». Dunque, ha continuato il Pontefice, Elia «ha saputo discernere che il Signore non era nel terremoto e non era nel vento». E ancora, racconta il primo Libro dei Re: «Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera». Ed ecco che «come l’udì, Elia si è accorto» che «era il Signore che passava, si coprì il volto con il mantello e adorò il Signore».

Infatti, ha affermato il vescovo di Roma, «il Signore non era nel vento, nel terremoto o nel fuoco, ma era in quel sussurro di una brezza leggera: nella pace». O «come dice proprio l’originale, un’espressione bellissima: il Signore era in un filo di silenzio sonoro».

...

Estratto da:

L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIV, n.134, Sab. 14/06/2014

PAPA FRANCESCO

MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA
DOMUS SANCTAE MARTHAE

In una brezza leggera

Venerdì, 13 giugno 2014




giovedì 9 febbraio 2017

Disegni, Pace e biciclette, da Sesto per l'Italia, l'Europa e "oltre", una storia che parte da lontano


Da "fb"

A PROPOSITO DI "REGALI"... E SCUOLE... E DISEGNI

Certo che anche questo manifesto fu un gran bel "regalo"! Scelto per l'allora festa più importante di Sesto Fiorentino

Un'inattesa evoluzione del rapporto iniziato con le scuole elementari alcuni anni prima quando, da semplice "maestro di sport" cominciai a divenire "messaggero di pace in bicicletta"... E tutto grazie soprattutto alle maestre Gianna ed Eugenia Pini della Scuola Villa San Lorenzo che mi indirizzarono sull'UNICEF di Firenze e che soprattutto diedero il via nel 1993 al mio primo gemellaggio scolastico ITALIA-NEPAL: uno scambio di DISEGNI tra i loro bambini e quelli di una scuola di Kathmandu! 
Immagini e colori che volevano soprattutto significare vicinanza e desiderio di crescere in qualche modo insieme in un mondo migliore...

Chissà se alcuni di quei disegni dei bambini del NEPAL sono sempre incorniciati ed appesi alle pareti della scuola... A ripensarci adesso potrebbe anche essere un'idea straordinaria unirli a quelli de "I colori per la Pace" del presidente
Antonio Giannelli con cui stiamo parlando oggi, a distanza di tanti anni! 
Beh: da un certo punto di vista, per me comunque lo sono già, da adesso! Come quei bambini che nel 1998 realizzarono questo elaborato: l'ITALIA unita da loro e dalle loro biciclette, insieme alle maestre e ad una specie di gigante-amico che in bicicletta aveva iniziato a pedalare anche sulle acque e che da poco era anche diventato "portatore" della bandiera dell'UNIONE EUROPEA...